Erosione costiera: definizione
Quando parliamo di erosione costiera intendiamo l’arretramento della linea di riva. Questo significa quindi che le superfici sabbiose diminuiscono e di anno in anno ci troviamo sempre con meno spiaggia.
Negli ultimi anni questo fenomeno è aumentato drasticamente, molte spiagge infatti hanno perso completamente la loro zona sabbiosa, ormai ostaggio del mare.
La causa è legata a numerosi fattori meteoclimatici,geologici, biologici ed antropici. Prima dell’arrivo dell’uomo, era soprattutto dovuta al clima, oggi gli equilibri sono cambiati.
Ecco perché negli ultimi anni si è sentita la necessità di effettuare perlustrazioni sfruttando la visione dall’alto data dai Droni, nello specifico il leader nel settore ovvero DJI, ha creato delle soluzioni per ogni utilizzo, sfruttando anni di esperienza nel settore e offrendo una grande vastità di soluzioni per le più svariate applicazioni.
Gli ambienti costieri sono di vitale importanza, 1,9 miliardi di persone nel mondo vivono entro 100 km dall’interfaccia tra terra e oceano. Ad esempio, le spiagge sabbiose, che costituiscono il 75% della costa mondiale priva di ghiaccio, sono luoghi privilegiati per lo sviluppo, la ricreazione, il turismo, l’edilizia abitativa e la pesca. Le barriere coralline coprono meno dell’1% della superficie terrestre, ma supportano almeno 500 milioni di persone fornendo cibo, protezione costiera e mezzi di sussistenza, per un valore stimato a livello globale di circa 9,9 trilioni di dollari. I sistemi costieri sono anche ambienti altamente dinamici e molto suscettibili agli impatti continui dei cambiamenti climatici. La mappatura e il monitoraggio delle loro traiettorie e recuperi dagli impatti è essenziale per comprenderli e gestirli meglio. Tuttavia, i set di dati biofisici a scale spaziali e temporali appropriate sono raramente disponibili a causa delle sfide intrinseche del lavoro in contesti costieri.
I droni consentono l’acquisizione di dati dettagliati ad altissima risoluzione (dimensioni dei pixel nell’ordine dei centimetri) in aree relativamente grandi con grande flessibilità nella tempistica e nella frequenza di acquisizione delle immagini. Ciò colma efficacemente il divario tra la raccolta di dati dettagliati sul campo e i dati sinottici rilevati a distanza e offre un’opportunità senza precedenti per studiare e monitorare gli ambienti costieri.
In questi scenari, sfruttando droni come il Matrice 300 con i vari Payload si possono effettuare dei rilievi programmati e mirati per controllare l’andamento e il cambiamento non solo della spiaggia e del margine costiero, ma posso essere utilizzati anche per l’analisi delle barriere coralline a bassa profondità, anticipando e tenendo sotto controllo l’erosione della barriera. Con l’utilizzo di rilievi periodici e differenziati su tutto il margine costiero, tenendo conto che si effettueranno monitoraggi con camere ad alta risoluzione aeree, si possono trovare anche abusi edilizi o discariche illegali, tutelando l’ambiente costiero, il quale soffre enormemente l’incuria.
Utilizzando Matrice 300 con Zenmuse L1 (leader nativo DJI) si può andare a ricostruire tramite nuvola di punti una sezione del terreno georeferenziato, successivamente avverrà la ricostruzione tramite il software DJI Terra, i dati raccolti potranno essere analizzati e confrontati periodicamente. La precisione data è molto accurata grazie anche all’utilizzo di una antenna da terra D-RTK2, che grazie al sistema innovativo di gestione gps permette di avere un costante confronto tra i dati recepiti dal drone e quelli registrati dall’antenna posizionata a terra.
Ispezione Costiera Altra applicazione dei droni è quella di fornire un costante sguardo dall’alto, in ambito costiero si può sfruttare il drone soprattutto nel periodo estivo, dove le spiagge si affollano di bagnanti, ricordiamo che l’Italia ha circa 8.300 km di coste, purtroppo spesso la Guardia Costiera non riesce a coprire queste enormi distanze, i droni aiutano non poco gli operatori a terra, permettendo di coprire grandi appezzamenti di terreno.